Fossa delle Ligere
Realizzata da Gippo: uno di Voi
La FOSSA DELLE LIGERE è nato nel 1992 fra alcuni amici, desiderosi di fare non solo i semplici spettatori delle partite della Polisportiva, ma di fare qualcosa di più.
Agli inizi, nel glorioso campionato di Promozione, la “fossa” era un qualcosa che si creava in maniera spontanea durante le partite giocate punto a punto, nelle quali noi tifosi volevamo trasmettere ai nostri giocatori molto di più di un semplice applauso; quindi ci arrangiavamo con cori inventati al momento.
Quello che io considero il vero anno di nascita della FOSSA DELLE LIGERE è il 1994, anno in cui la Polisportiva , militante nel campionato di serie D (ex campionato Promozione), si gioca l’accesso alla C2.
La terza e ultima partita dei play-off ci vede ospitare la corazzata Rossiglione: la vittoria ci avrebbe portato ad un passo dalla promozione.
Per l’occasione il “PalaMartiri” ribolliva di passione giallo-blu, gente che fino a quel giorno non era mai stata a vedere una partita, era presente.
La gara venne giocata punto a punto in un’autentica bolgia, fatto sottolineato il lunedì seguente da tutti i giornali locali, e alla fine la grande voglia di vincere prevalse sulle indubbie qualità tecnico-atletiche della squadra piemontese; fu vittoria e, fatto che per me è uno dei più bei ricordi che ho da tifoso, ci fu un giocatore del Rossiglione che vantava trascorsi in categorie superiori, che fece i complimenti alla “fossa”, perché quella sera c’era stato un incitamento, un tifo , un qualcosa che, nella sua ultradecennale carriera cestistica in molte città italiane, non aveva mai visto da nessuna parte.
Finiti i festeggiamenti per la partita, la “fossa” era ormai certa del passaggio di categoria, perché sarebbe bastato vincere in quel di Genova con il non irresistibile Granarolo nell’ultima partita dei play-off.
Per l’occasione il gruppo era riuscito ad organizzare un pullman da 50 posti, il primo per la trasferta in terra ligure.
Posso dire che la Polisportiva fu l’unica squadra che in quella serie play-off giocò quattro partite in casa e due fuori perché, benchè fossimo a 150 km da via Martiri, sembrava di essere nel nostro palazzetto.
Nonostante i nostri sforzi e un tifo incessante, i giocatori pontremolesi fecero una pessima partita e quindi la sconfitta con il Granarolo fu inevitabile.
La delusione da parte della F.d.L per una promozione che ormai era data per certa era enorme; quindi la settimana successiva allo spareggio promozione, questa volta contro il Loano, sempre a Genova, la cui vittoria ci avrebbe dato quella C2 persa appena una settimana prima, la “fossa” in aperto contrasto con i giocatori, accusati di scarso attaccamento alla maglia, disertò la trasferta.
Per la cronaca lo spareggio “sorrise” al Loano, nonostante le eccellenti prestazioni di “Pasta” – Magnani e di “Prosciutto” – Lorenzi.
Nella stagione ‘95-’96, che diede finalmente alla squadra il passaggio al campionato di C2, sono da ricordare le tre partite play-off giocate in casa: sembrava di essere in un inferno giallo-blu, certamente non in una palestra.
Da ricordare, inoltre, l’accoglienza trionfale al casello dell’autostrada fatta dalla “fossa” ai giocatori di rientro dalla vittoriosa trasferta di Maremola si formò spontaneamente nelle vie della città un lungo e rumoroso carosello di macchine per un giusto tributo dell’avvenuta promozione in serie C2.
La stagione ‘96-’97 ci vede per la prima volta nella griglia di partenza del campionato C2; anche la “fossa” sente il peso dell’impegno e ha il dovere di fare e dare molto di più.
Per la prima di campionato viene preparato un mega striscione che la dice tutta su come la pensiamo: è per questo che a distanza di tre anni sia ancora lì, issato sulla vostra sinistra; a noi non interessa la vittoria, ma l’impegno in partita e negli allenamenti; infatti, lo striscione recita: “La curva vuole una cosa sola: lottate sempre fino alla fine”.
In quella stagione è da ricordare, evento cardine nella storia della F.d.L., il trasferimento della stessa dalla tribuna al settore al di là delle scale; ciò è avvenuto per motivi di sicurezza, ma anche per avere a disposizione un settore più isolato, più nostro, in maniera tale da essere ancora più vicini alla squadra.
Altro fatto rilevante di quell’anno, è la lettera scritta a una rivista di solo tifo , prevalentemente calcistico, ”Supertifo”, con il desiderio che tutta l’Italia sappia cos’è e che cosa fa la FOSSA DELLE LIGERE; la lettera viene pubblicata e ciò fa sentire me, il Bazzi, Damiano e tutti i nostri esponenti, orgogliosi di essere “ligere”.
Ma dopo questa divagazione, torniamo al campionato ‘96-’97, durante il quale c’è un tifo organizzato per almeno la metà degli incontri casalinghi.
Forse avremmo potuto fare di più, ma i risultati non sempre all’altezza delle aspettative, non favorirono di certo una nostra maggiore partecipazione.
Dopo aver giocato la stagione regolare e i play-out, ci aspettava uno spareggio al meglio delle tre gare, una sola di queste in casa, con un sfidante molto ostico: il Finale Ligure; chi avesse perso la serie, sarebbe tornato nell’inferno della serie D.
Mi ricordo ancora quel 26 aprile 1997, giorno in cui ero di ritorno in caserma a Chieti, nel quale una Polisportiva rimaneggiatissima e con soli sette uomini, tra cui molti juniores, (mancavano infatti i tre play Borzacca Paolo, Filippi Paolo, Lorenzi Francesco e le guardie Lecchini Simone e Magnani Matteo) partiva per andare in terra ligure con ben poche speranze di ottenere la vittoria in gara 1.
Persino un eterno ottimista come me non credeva assolutamente alla vittoria in trasferta, né tantomeno alla salvezza.
Quella sera, più per dovere che per altro, chiamai il Prof. Borzacca per sapere il risultato e quando mi informò della vittoria, io pensavo mi prendesse in giro; invece no, i ragazzi avevano compiuto la grande impresa.
Là dove non poteva arrivare la tecnica, arrivò il cuore e la grande voglia di vincere dei nostri giocatori.
Per la partita di ritorno , nella quale una vittoria ci avrebbe dato la salvezza senza dover disputare la bella sul campo del Finale, il palazzetto dello sport era stracolmo di gente (oltre 250 persone), ma soprattutto di passione giallo-blu.
L’incontro fu per noi un’autentica passerella di fine stagione, visto che il Finale non entrò mai in partita.
Sinceramente i meriti della vittoria furono anche della “fossa” per la carica agonistica che seppe trasmettere ai giocatori e per aver mandato, in uno stato quasi confusionale, i liguri.
Io, purtroppo, quella sera non ero presente; 500 km mi dividevano, ma un filo di telefono lungo altrettanto, mi faceva sentire tutto ciò che avveniva in via Martiri e non esagero a dire che il frastuono era tale che, a non sapere il posto con cui ero collegato, avrei potuto pensare di essere in contatto con il Palamalaguti di Bologna o il Palaviola di Reggio Calabria.
La stagione ‘97-’98 è un altro punto cardine nella storia della “fossa”, poiché, a mio avviso, segna il passaggio della F.d.L. da un gruppo di tifosi, a una vera e proprio tifoseria organizzata.
Infatti durante l’estate viene proposta, proprio per avere un elemento che ci caratterizzi, l’iniziativa delle magliette della “Fossa delle Ligere”; è un gran successo: 110 T-shorts vendute.
Sempre in quest’anno ci muniamo di un tamburo, preso in prestito dalla Banda cittadina, che ringraziamo.
Maglie e tamburo, anche se non sono fondamentali per una tifoseria, mentre lo sono la voce e l’amore per la squadra, sono sinceramente elementi che la contraddistinguono e la aiutano, sia nei momenti migliori che in quelli più difficili, a essere grande e vicino alla squadra.
Tornando al campionato ‘97-’98, le aspettative della “fossa” sono quelle di vedere la squadra raggiungere il traguardo dei play-off; la pretesa è lecita, visto che la Polisportiva, durante l’estate, riesce nel “colpaccio” di riportare a casa il FENOMENO Cucci, alias Luca Marcucci, classe 1975 e cinque anni trascorsi in giro per l’Italia a giocare a basket a livelli professionistici e semiprofessionistici.
Per la prima al PalaMartiri è presente il pubblico delle grandi occasioni: come sempre, quando la cittadinanza è stata chiamata a stringersi attorno alla squadra, non ha mai mancato, ma tutto questo non basta per evitare la sconfitta, la quale è ancora più amara, visto che viene dagli odiati avversari del Landini Lerici.
La partita, visto che è un derby, scalda eccessivamente gli animi delle due tifoserie, al punto che la gara viene addirittura sospesa e deve intervenire una pattuglia dei Carabinieri per riportare la calma.
Ci tengo a sottolineare che questi eventi, che sono sicuramente da biasimare, hanno visto totalmente estranea la “fossa”, la quale ha incitato per un’ora e mezza i dieci giocatori con la canottiera giallo-blu.
Anche nella seconda partita in casa scoppia il parapiglia dovuto ad un arbitraggio non all’altezza che regala la vittoria alla squadra ospite.
Le due giacchette nere si ricorderanno per sempre quell’ora passata dentro lo spogliatoio perché assediati dai tifosi.
Nonostante la “fossa” sia presente in tutte le partite casalinghe, i risultati non arrivano e alla sesta giornata l’obiettivo play-off può dirsi abbandonato: cinque sconfitte e una sola vittoria non possono lasciare spazio a tali sogni.
Abbandonate le speranze per un campionato di alta classifica, la stagione vede la squadra comunque vittoriosa in quasi tutti gli scontri diretti per la salvezza; è da ricordare che per la trasferta di CRDD viene organizzato e riempito un pullman di “ligere”.
Arriva marzo e, terminata la prima fase, iniziano i play-out; dieci squadre al via e cinque di esse si salvano senza ulteriori spareggi.
Il nostro obiettivo è di acciuffare una di queste cinque piazze.
Durante la serie play-out, per la prima volta compare al palazzetto TELEAPUANA, emittente televisiva locale, la quale trasmette in differita le partite casalinghe della Pontremolese; anche questo fatto fa capire l’interesse sempre maggiore dei “media” per la pallacanestro.
Grazie agli ottimi risultati ottenuti in casa e a due vittorie in trasferta, la salvezza arriva con una giornata di anticipo.
L’ultima partita in casa contro il Maremola doveva avere una degna cornice per festeggiare la salvezza.
Un nostro striscione, steso poco prima dell’incontro alle spalle del tavolo degli ufficiali di campo, recitava: “grazie ragazzi, grazie leoni, ma per il prossimo anno i play-off… senza rompere i coglioni!” a ricordare che all’inizio della stagione ben altri erano gli obiettivi, ma a quel punto, ormai, andava bene così: l’unico desiderio era quello di festeggiare la salvezza.
La vigilia della partita viene vissuta in modo febbrile dalla F.d.L, poiché nostra intenzione era una coreografia diversa e caratterizzante rispetto alle tante che avevamo già fatto precedentemente.
Grazie all’autofinanziamento da parte di tutte le “ligere” e al contributo del bar PICCADILLY, compriamo a Torino delle bandierine giallo-blu.
La partita si rivela una passeggiata, visto il grande divari tecnico fra la nostra squadra e il Maremola; durante l’intervallo inizia la coreografia: il palazzetto diventa un’ enorme distesa giallo-blu; sia la “fossa” che la “Tribuna” sono in piedi a sventolare, ad applaudire e a cantare.
Ai giocatori viene dato un autentico tributo.
Gli sforzi miei e del Bazzi per allestire questa coreografia (ma di questo non avevamo dubbi), sono stati altamente ripagati dall’entusiasmo creatosi tra i tifosi, i giocatori e i dirigenti.
Con la fine del campionato arriva l’estate, durante la quale è avvenuto il cambio del coach: dalle mani del prof. Marcello Borzacca a quelle del vetraio Michele Novelli.
La F.d.L accoglie con entusiasmo il cambio, sentendolo come una ventata di vita per la squadra.
SECONDA PARTE
Su invito dei redattori della bellissima iniziativa che ha portato alla realizzazione del sito della Polisportiva Pontremolese, mi ritrovo a scrivere la seconda ed ultima parte della storia della F.d.L., la stagione 1998/99 ed il prologo per la prima partita play-off dell’anno successivo.
L’inizio del campionato è atteso in maniera febbrile da tutti i componenti della Fossa; il cambio di coach e i propositi dichiarati dai giocatori al termine della stagione precedente inducono i più a sognare il traguardo dei play-off.
Dopo le magliette dell’anno prima, durante l’estate vengono realizzate le sciarpe della Fossa delle Ligere; il successo è enorme infatti ne vengono vendute oltre 150; durante le partite interne viene creato un simpatico giornale “LIGEROPOLI”, il quale parla di noi, presenta la partita e tutti i risultati delle squadre della Società Polisportiva Pontremolese.
La prima partita stagionale vede la Polisportiva Pontremolese opposta ai cugini bianco-verdi di Sarzana; la F.d.L. per l’occasione prepara una coreografia degna dell’evento, sempre a Torino viene preso un mega striscione 12×4 giallo-blu con disegnato in mezzo un cuore e sopra la scritta: “NOI ABBIAMO UN CUORE COSI’”.
La partita si rivela difficile, i padroni di casa sicuramente sentono troppo la tensione per il salto di categoria, quindi la banda di Giannetti espugna il PalaMartiri.
In occasione di questa partita Hubert realizza un bellissimo striscione, che è ancora in bella vista di fronte alle tribune, con scritto: “BENVENUTI ALL’INFERNO” con sullo sfondo lingue di fuoco giallo-blu e a destra kattivic, il quale, tenendo una palla da basket in mano, fa la linguaccia a chi lo sta guardando; ho descritto alla lettera questo ultimo reperto della Fossa, che ancora è presente, poiché periodicamente, ogni 9-10 mesi c’è l’arbitro di turno, che forse, sentendo il bisogno di rendersi ridicolo, manda alla società Polisportiva Pontremolese una multa, poiché questo striscione induce alla violenza. Ogni commento a queste azioni li ritengo una inutile perdita di tempo.
Dopo questa parentesi torniamo sulla stagione in corso, con la terza partita casalinga arriva a Pontremoli il Landini Lerici.
Per l’occasione la Fossa vuole presentarsi per il derby (il vero derby) nella giusta maniera, l’incitamento alla squadra si rivela incessante per tutta la partita; inoltre, durante l’intervallo, viene realizzata una coreografia : su uno sfondo di cartoni blu, il cielo, viene disegnata una stella e sopra a tutto c’è uno striscione che riassume fondamentalmente il nostro motto: “Brilla una stella, brilla una fede, noi alla vittoria sempre ci si crede”. La partita è nostra, 75-67 il punteggio, festa grande sugli spalti e dopo nei bar.
Durante la stagione non facciamo mai mancare il nostro calore ai ragazzi di Novelli nelle partite casalinghe, anche in trasferta siamo spesso numerosi, anche se difficilmente rumorosi. Il nostro striscione viene legato a tutte le transenne delle palestre liguri; la prima fase del campionato termina con il terzultimo posto in graduatoria a dodici punti e tanta delusione da parte delle Ligere per il grande impegno profuso durante i mesi invernali non bilanciati certamente dai risultati della squadra.
Si volta pagina, sappiamo che nonostante ci si ritrovi per l’ennesima volta alla fase play-out, l’incitamento da parte nostra non deve assolutamente mancare: la poule retrocessione si rivela un autentico disastro, due partite vinte su dieci incontri ci portano al terzultimo posto e a spareggiare, con eventuale gara 3 in trasferta, con il Finale Ligure.
Durante questa fase si svolge la famosa partita Pol. Pontremolese – Cogoleto. Non voglio commentare le assurde decisioni arbitrali assunte durante e soprattutto per il dopo partita, poiché questo spazio è inserito nel contesto di un sito ufficiale di una Società di Pallacanestro e non vorrei delle sanzioni a scapito di questa; dico solo: VERGOGNA.
Segnati da questo, ma soprattutto da rinunce importanti all’interno del nostro gruppo, motivate da un forte impegno assunto nell’arco degli ultimi sei-sette anni con non corrisposti i giusti risultati da parte della squadra, ci ritroviamo agli spareggi con il morale sotto i tacchi.
Viene deciso di disertare la trasferta di Finale Ligure, con l’augurio di essere presenti in terra ligure per l’eventuale gara 3… scusate ho sbagliato, torniamo indietro nel racconto di due righe.
Volevamo saltare la trasferta di Finale Ligure.
Ore 13.00 un momento di follia, una giornata indimenticabile.
Preso da un sentimento di colpa sento il dovere di esserci, con un veloce giro di telefonate convinco altri tre elementi del gruppo a partire, ironia della sorte sembrava che queste persone aspettassero da un momento all’altro che io gli proponessi la trasferta.
Ore 13.30 partiamo per la riviera dei Fiori; la partita si svolge nel primo pomeriggio.
Durante il match soffriamo, questa volta quasi in silenzio, per quaranta minuti, a zero secondi dalla fine il Finale Ligure (sempre loro ci siamo ritrovati nelle sfide decisive), è avanti di tre punti, Marcucci Luca è negli spogliatoi infortunato, ma ci pensa Pastasciutta (Magnani Matteo) con un tiro da tre a fil di sirena a riportare la parità; l’entusiasmo è alle stelle, ma rimangono cinque minuti infernali di supplementare ancora da giocare.
L’over time si rivela quasi una passeggiata, è vittoria, anzi, è trionfo!
Pochi giorni prima della partita di ritorno, io ed il Bazzi ci ritroviamo a prendere una decisione storica, ancora gara 2 ed eventualmente gara 3, ma poi i tempi sono maturi per sciogliere la F.d.L..
Il motivo è semplice da spiegare, da parte di noi due non erano tanto i risultati non sempre rispondenti alle aspettative che ci frenavano, quanto due cose:
Uno, le giovani leve erano più portate a fare tifo non tanto per incitare i colori giallo-blu, quanto per avere un elemento che li contraddistinguesse dagli altri ragazzi; inoltre, a loro era piaciuto quando fare tifo era una novità e non erano più di tanto disposti ad essere presenti sempre e sempre rumorosi. Due, la sensazione di avere un clima pesante intorno al gruppo creato da alcuni tifosi “da tribuna” che mal digerivano la nostra presenza rumorosa. (P.S: noi, anche senza più cantare, siamo presenti lo stesso e lo saremo per sempre, loro dopo qualche risultato negativo non si sono più visti e speriamo di non rivederli mai più).
Torniamo a noi: vincere gara 2 ci porterebbe alla salvezza, mettiamo nel cassetto le delusioni per gli scarsi risultati, memori della splendida partita in terra ligure e con la consapevolezza che quella con il Finale sarebbe stata l’ultima apparizione in pubblico della F.d.L, vogliamo che sia lasciato un segno indelebile della nostra presenza.
Su tutti i giornali locali ci ritagliamo uno spazio all’interno della cronaca sportiva e, invitando tutti i tifosi ad essere presenti al match, riusciamo ad ottenere la diretta televisiva. Si, avete capito bene: la diretta televisiva da parte di una tv locale: Teleapuana. Il venerdì sera iniziamo una imponente azione di volantinaggio che porta tutti i pontremolesi a ritrovarsi sul proprio portone di ingresso il volantino con indicato l’orario della partita e l’obbligo di essere presenti; stessa sorte in tutti i locali pubblici della zona.
La pubblicità è sistemata; ora ci vuole una coreografia degna dell’evento. Grazie alle foto arrivateci dai gemellati di Roseto degli Abruzzi decidiamo di farne una simile a quella loro, creata in occasione dell’esordio in serie A/1. In meno di 12 ore, via corriere, arriva da Torino il materiale coreografico. Il sabato sera si parte per una lunga maratona notturna, gli aiuti da parte di tanti tifosi sono incredibili e vanno aldilà di ogni più rosea aspettativa, fino alle quattro della mattina riusciamo ad essere in un buon numero, da quel momento fino alle sette rimaniamo per l’ultima tirata io e il Bazzi. Il sole è già sorto da un po’ quando usciamo dal “PalaMartiri” consapevoli di avere fatto qualcosa che fino a poche ore prima, considerando le nostre forze, poteva ritenersi solo un utopia. L’appuntamento è per le ore diciassette, fischio di inizio ore diciotto, il nostro fischio di inizio? A fine primo tempo.
Il primo tempo viene seguito dalla “tribuna” poiché il nostro settore è occupato dalla “cosa”; il tifo è come sempre incessante, la squadra gioca bene, il punteggio è a nostro favore, la curiosità da parte di tutti è in continuo aumento.
A pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, scocca il momento tanto atteso; il sipario messo per nascondere fino all’ultimo la coreografia viene levato: dentro ad una immensa gabbia giallo-blu, “prigioniera di una fede” c’è la FOSSA DELLE LIGERE” che in autentico festival di colori impazza tra canti e bandiere, è l’apoteosi e, a mio avviso, il momento più alto mai raggiunto dalla Fossa. La gabbia partiva dal soffitto per arrivare alla transenna, sia sul lato che da sul campo, che su quello che da sulla rimanente parte di tribuna, “proprio per questo motivo la coreografia mi è sempre piaciuto definirla tridimensionale” e su ambo i lati aveva una grossa scritta: “Prigionieri di una fede”.
Il secondo tempo si gioca in una autentica bolgia, la vittoria è nostra come pure la salvezza; anche per la stagione 1999/2000, Pontremoli significherà C/2.
Alle ore 20.00 circa di domenica 23 maggio 1999 cessa di esistere la Fossa delle Ligere; una birra amarissima, bevuta in piazza Italia insieme al Bazzi e ad alcuni ragazzi della squadra per festeggiare la salvezza, la coreografia e i bei tempi della Fossa, ne dichiarano la fine.
Con la stagione successiva Novelli e la sua banda raggiungono i play-off; l’evento è storico, era ed è tuttora, il traguardo più alto mai raggiunto dalla Polisportiva Pontremolese.
Per l’occasione io ed il Bazzi vogliamo ringraziare degnamente i ragazzi per l’ottimo risultato conseguito. Sempre da Torino arriva il materiale coreografico, realizziamo un enorme cielo-blu che copre tutta la tribuna sia in lunghezza che in profondità( si parla di 30×5 metri circa), sopra questo cielo ci sono tante stelle, ognuna con il proprio nome, quelli dei giocatori che hanno contribuito a realizzare questo risultato e più in alto la scritta: “Non svegliateci…. Stiamo sognando”. La partita viene seguita da molte persone, il tifo è incessante, la coreografia in una ideale classifica è seconda solo a quella della “gabbia”, ma la fine della “fossa” era già stata segnata da almeno un anno.
A distanza di alcuni anni colgo l’occasione per ringraziare la T.I.F.O. di Torino sempre puntuale nelle consegne, Taramaschi Carlo per le sciarpe, tutti coloro che ci hanno supportato finanziariamente per la realizzazione delle coreografie, i ragazzi che in quegli anni hanno vestito le canottiere giallo-blu regalando splendide emozioni e soprattutto quelli che alla “fossa” ci hanno sempre creduto: il Bazzi in particolar modo.
La mia speranza è che ci sia qualcuno che abbia voglia di realizzare sul campo, anzi sugli spalti, una TERZA PARTE della storia della F.d.L. magari con successo maggiore del nostro.
GIPPO